U14F: un gruppo che sta crescendo

U14F_525

Riceviamo e, con piacere, pubblichiamo questa condivisibile analisi sulla stagione della nostre Under 14, che ci hanno portato a entrare tra le Top 8 Regionali: un traguardo prestigioso, di cui andare fieri.
Alle giocatrici, ai coach, e ai genitori, il nostro “grazie”.
A voi, “buona lettura”!
Il Prez

 

“Il campionato dell’OSL Under 14 femminile è terminato, e questo ci dà lo spunto per un breve resoconto dell’annata condito da qualche riflessione.

La stagione regolare (16 partite 8 vittorie e 8 sconfitte) si è conclusa con un più che onorevole quarto posto ottenuto nel difficilissimo girone B dietro alle inarrivabili Geas, San Gabriele e Bresso (le prime tre squadre dello scorso campionato).
Era il massimo risultato possibile ed è stato raggiunto con un pizzico di fortuna, ma anche grazie alla caparbietà e all’energia messa in campo dalle ragazze nell’ottimo girone di ritorno (5 vittorie e 3 sconfitte).

I sedicesimi di finale dei playoff ci hanno visto prevalere con facilità nel doppio confronto con la Azzurra basket Brescia. Gli ottavi contro la forte compagine del Canegrate (prima del suo gruppo nella regolar season con 17 vittorie e 1 sconfitta) ci vedevano sulla carta nettamente sfavoriti, ma le ragazze si sono superate e grazie a due splendide prestazioni sono entrate come lo scorso anno tra le migliori otto squadre della Lombardia.
La corsa è poi inevitabilmente terminata nei quarti di finale dove il San Gabriele ci ha eliminato travolgendoci in due incontri senza storia.

L’annata ci ha permesso di consolidare il gruppo grazie a tante uscite post partita organizzate con entusiasmo da genitori e allenatori. Un’occasione per osservare le nostre ragazze al di fuori del campo da basket: sono fantastiche, piene di energia e sempre allegre anche dopo le sconfitte, ma ovviamente sono figlie dei nostri tempi. Costantemente con in mano un telefonino, non perdono l’occasione per mostrarsi sui social network o di infilarsi in qualche centro commerciale.
La nostra epoca è segnata da un’eccessiva etica individualistica e competitiva. Le nuove generazioni tendono sempre più a premiare l’apparenza e ad attribuire scarso valore alle cose e alle persone, mettendo costantemente davanti a tutto i bisogni individuali, spesso puramente materiali ed economici. Uno sport di squadra come la pallacanestro può essere una grande occasione per educare le nostre ragazze e spegnere in parte l’individualismo eccessivo che le caratterizza. Imparare a mettere il gruppo al primo posto, accettare il proprio ruolo e spendere in allenamento ogni goccia di energia perché la squadra possa arrivare alla partita nelle condizioni migliori le renderà migliori anche nella vita di tutti i giorni.

A tal proposito, ci viene in mente l’insegnamento di un grande giocatore: Mike D’Antoni. Lo scorso anno l’Olimpia Milano ha ritirato la maglia del cestista statunitense, mitico playmaker di una squadra leggendaria, durante una commovente serata che ha visto ospite proprio Mike e i sui vecchi compagni di team. D’Antoni nel suo discorso di ringraziamento ha sorpreso un po’ tutti citando e abbracciando non solo i grandi campioni con cui ha vinto tutto, ma soprattutto un giocatore sconosciuto al grande pubblico: Mario Governa. Queste le sue parole: “Sono abbastanza intelligente da capire che la mia maglia viene ritirata non per merito mio, ma per merito del gruppo. Senza Peterson, senza Meneghin, senza McAdoo io non potevo fare niente. Ho fatto la mia parte, avevo un ruolo e l’ho svolto bene, ma avevo la palla in mano e mi si notava di più. Ma non ero più importante di Mario Governa: non so quante gomitate ha preso in allenamento da Meneghin e McAdoo. Era un ruolo anche quello, qualcuno doveva farlo e lui l’ha fatto”. Mike, che è una persona molto intelligente, ha ricordato così a tutti che il basket è uno sport di squadra, e Mario Governa è l’esempio più chiaro di cosa significhi far parte di un gruppo: accettarne le regole, conoscere e rispettare i propri limiti, impegnarsi al massimo per quello che la squadra ti chiede di dare.

La nostra Under 14 non è fatta di grandi giocatrici, ma ovviamente come in tutte le squadre ci sono ragazze che giocano tanto, altre meno e altre che, come Mario Governa, fanno panchina per 40 minuti o che non vengono nemmeno convocate. Tuttavia tutte fanno parte dello stesso gruppo e tutte hanno contribuito in egual modo al raggiungimento dei risultati di quest’anno. Questo è un concetto non facile da capire sia da parte di chi va sempre in doppia cifra tutte le partite e pensa di essere più importante di altri, sia da parte di chi non è mai presente sul referto di fine gara e tende a sentirsi inferiore e di scarso aiuto per le compagne. Quando tutti, dalle titolari alle riserve, dagli allenatori ai genitori, prenderanno piena coscienza di ciò, saremo una squadra ancora più grande”.