Il saluto di Paolo Catalano

PaoloCatalano

Cari Amici, oggi ho ricevuto questa email, firmata dal nostro mitico Paolo Catalano, storico dirigente OSL ed irriducibile tifoso (come dimostra la foto scovata nei nostri archivi, e che risale alle Final Four per salire in Serie D… Per chi non ricordasse l’esito, l’espressione di Paolo è un buon indizio per dedurre come sia andata a finire…).

Paolo ha scritto parole meravigliose, e mi ha chiesto di condividerle con tutti voi: lo faccio con autentico piacere.

Ma Paolo ha scritto pure, in questi anni, pagine della storia dell’OSL: lo salutiamo con affetto e gratitudine, in attesa di vederlo – magari, chissà? – accompagnare in palestra il nipotino Stefano.

Ci mancheranno il suo genuino entusiasmo, lo spirito solare, la battuta sempre pronta, la capacità di dare una mano in silenzio ma in modo così efficace, le esultanze contenute (…), i “balzi discreti” quando la Curva Est intonava il “chi non salta è biancoverde” (essendo Dirigente al tavolo, non poteva farsi beccare, ma a suo modo ha sempre saltato, picchiando anche la mano sul cubo dei cambi per dare ritmo…). Comunque, è solo un “arrivederci”!

Il Prez

 

Ecco la mail di Paolo, che riporto integralmente:

“Ciao Prez, dopo qualche annetto di collaborazione con la grande famiglia è giunto anche per me il momento di prendermi qualche annetto di stacco dalla collaborazione anche se minima che negli ultimi anni ho dato alla Società, anche se il biancorosso dell’OSL mi rimarrà nel DNA.

Non ci sono parole per definire la famiglia che ho avuto il piacere di “frequentare” fin dal 1989/90 e alla fine forse fra qualche annetto tornerò col NIPOTINO e magari ricominceremo nuovamente a calpestare la palestra dell’oratorio in cui tutto è cominciato.
Ti prego, se possibile, di pubblicare sul sito queste poche parole di ringraziamento che sono da dividere principalmente con la Tua Famiglia ma anche con TUTTE LE FAMIGLIE dell’OSL Basket che ringrazio per l’apporto avuto durante questi lunghi anni.

Lunga e prospera vita all’OSL Basket. NOI GIOCHIAMO SEMPRE IN SEI

Paolo Kata, uno di noi”